Da: Il Caffè
Il sondaggio
Blocher e Couchepin fuori dal Consiglio federale!
I ticinesi vogliono un rimpasto in governo
La politica non interessa, non cambia nulla
di Clemente Mazzetta
E adesso? Dopo le votazioni dello scorso ottobre, che governo ci si aspetta? Di sicuro, dal sondaggio commissionato dal Caffè a Demoscope, i ticinesi vogliono un rinnovamento: fuori Christoph Blocher e Pascal Couchepin dal Consiglio federale. E per quanto riguarda la linea politica: soprattutto non si parli di adesione all'Unione europea. Il sondaggio è categorico: al Ticino l'apertura all'Europa non solo fa paura, terrorizza. Sono questi i due dati più in interessanti di un sondaggio che ha interpellato 500 ticinesi (fra cui anche un centinaio senza diritto di voto), e che ha registrato una fondamentale condivisione dell'esito elettorale. Il risultato delle urne per i ticinesi è sostanzialmente condiviso: il sentimento reale della Svizzera è oggettivamente rappresentato nel nuovo Consiglio nazionale. La maggioranza dei ticinesi ritiene però la politica poco interessante o incapace di modificare la realtà, mentre quattro ticinesi su 10 reputano buono il lavoro svolto dalla deputazione ticinese, rieletta in blocco. Ma vediamo in dettaglio l'esito del sondaggio che ha annusato gli umori della popolazione a due settimane dal ballottaggio - il 18 di novembre si andrà di nuovo alle urne per eleggere i due rappresentanti del Ticino agli Stati -, e ad un mese e mezzo scarso dalle elezioni del nuovo governo.
Il sentimento reale della Svizzera
In un Ticino dove vota neanche la metà degli aventi diritto (la partecipazione è stata nelle ultime elezioni federali del 47,6%, in calo rispetto a quattro anni fa), ben due terzi degli intervistati dal sondaggio Demoscope reputano il quadro politico uscito dalle urne conforme con il sentimento reale degli svizzeri. In altre parole non si è di fronte ad una realtà spaccata in due. Solo due ticinesi su dieci reputano "cinico e baro", non in sintonia con la realtà, l'esito delle urne. Il resto accetta il verdetto del popolo sovrano.
La politica non serve
In Ticino c'è una sfiducia che serpeggia minacciosa, più la campagna elettorale è aggressiva, meno la politica interessa. Lo ha dichiarato un ticinese su tre. Una percentuale che cresce soprattutto fra i giovani. Ma non è solo questo fatto ad aver determinato una minor partecipazione alle elezioni di ottobre rispetto alla media svizzera, 47,6% contro il 50%. La politica da una parte non interessa, dall'altro non la si ritiene in grado di cambiare la realtà. Non piace e non serve. È questo il dato più preoccupante del sondaggio rispetto al mondo politico: per un terzo della popolazione non piace, per un altro terzo la politica è ritenuta impotente a cambiare le cose. Dettaglio non secondario, sono in particolare le donne a ritenerla inutile, incapace, ininfluente sulla realtà.
Una deputazione vincente
E come mai, allora, se la politica non attira grandi simpatie e non è in grado di cambiare nulla, i ticinesi hanno rieletto in blocco la propria deputazione a Berna? Semplice, perché il sistema è ingessato e non ci sono valide alternative, rispondono 4 su 10. Mentre una buona fetta ritiene che gli otto a Berna abbiano fatto un buon lavoro. Curiosità: i più critici sono quelli di Lugano. Quelli che invece dimostrano di apprezzare maggiormente il lavoro svolto dalla deputazione ticinese riedono in periferia (nelle Tre Valli in particolare), feudo tradizionale di chi vota il partito popolardemocratico. Voglia di rinnovamentoIn Governo è ora di cambiare, lo sostiene una consistente maggioranza di ticinesi. Non tutto, ma qualcosa. A volere un rimpasto sono in particolare le donne e i giovani. I più decisi per il rinnovo del consiglio federale sono luganesi. È in questa città che si aspetta uno scatto, qualcosa di nuovo dalla votazione del 12 dicembre. Mentre gli anziani, gli over 55 e i locarnesi sono decisamente più tradizionalisti, vogliono mantenere lo status quo.
Fuori i due big
Rinnovamento sì, ma spese di chi? Ovviamente dei due consiglieri federali più anziani, per età, ovvero Blocher, 67 anni, e per anzianità di servizio, ovvero Chouchepin, 63 anni, in consiglio federale da 11 anni. È questo l'esito del sondaggio Demoscope che prende di mira i due politici maggiormente profilati. Sono i giovani a voler defenestrare il leader dell'Udc, gli anziani il big del Plrt, probabilmente perchè in passato aveva sostenuto di elevare il pensionamento a 67 anni. Una polarizzazione di antipatia sui due ministri che si sono profilati con forza. Curiosamente quello del rinnovamento è stato anche il tema lanciato il giono dopo delle elezioni da Ueli Maurer, che si è dimesso da presidente dell'Udc, e che ha imposto all'agenda politica di discutere del ricambio. L'Udc uscita vincitrice dall'elezione vorrebbe infatti liberarsi oltre a Couchepin, anche di Leuenberger (socialista) e di Schmid (democentrista), non in linea con il suo partito, giudicato anzi un terzo liberale di complemento. Ovviamente nulla si dice di Blocher, per il quale anzi dovrebbe diventare presidente della Confederazione nel 2009. Cochepin sarà nominato nel 2008. Poi dopo 12 anni di presenza in governo dovrebbe lasciare, aprendo una porta per Fulvio Pelli.
No all'Europa
Infine un tema che non è esclusivamente ticinese, ma che spiega in un certo senso il successo inatteso del partito di Bignasca, movimento decisamente antieuropeista, che nel corso dei sondaggi preelettorali veniva giudicato in difficoltà. Secondo il sondaggio Demoscope il 65% dei ticinesi vede come il fumo negli occhi un'adesione all'Unione Europea. Una percentuale del 46% fra chi non ha diritto di voto, che sale al 70 per chi vota e che è pressoché omogenea sia fra uomini e donne, sia per fascia d'età. Tutti sono concordi nel ritenere che la Svizzera non debba aderire all'Ue. Solo un elettore su quattro vorrebbe entrare in Europa. È un dato su cui riflettere, l'Europa fa ancora paura, anche se l'euro alle stelle ha avvantaggiato l'economia e l'occupazione svizzera. Pur essendo un elemento di propaganda politica utilizzato con forza da Blocher nella campagna elettorale, in Ticino non ha garantito il successo all'Udc di Pierre Rusconi. Evidentemente in questo settore la Lega di Ticinesi è apparsa più credibile.
Blocher a parte, mi sento finalmente parte integrante di un articolo politico!!!
sabato 10 novembre 2007
L'UE fa paura, e Blocher deve andare via...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 opinioni:
I sondaggi del Caffé mi lasciano sempre alquanto perplesso; adesso non ricordo la percentuale esatta di ticinesi che vorrebbero escludere dal Governo Blocher, ma quando l'ho vista ho sorriso...non ci credo x niente! O hanno taroccato il sondaggio o l'hanno fatto al Molino ;-P
E se, invece, andasse via... Clemente Mazzetta?
Scusa l'OT ma il tuo sondaggio é un po' falsato se si può votare un solo candidato visto che in realtà si possono votare due candidati. Scusa ancora se mi sono permesso :-)
Ciao Umberto: hai ragione. Però "l'errore è voluto". Ho preferito dare l'idea della preferenza su UN solo candidato.
Figurati: quando ci sono dubbi è sempre meglio evidenziarli!
A presto :-)
Posta un commento