giovedì 27 settembre 2007

Padrazzini, stranieri e... farneticazioni


Da www.ticinonline.ch - Notizia del 26/09/2007 - 15:12

Stranieri, Pedrazzini: "Sbagliato fare di ogni erba un fascio"

"Preoccuparsi per i troppi stranieri non è indegno. Indegno è semmai il comportamento di chi costruisce su questo sentimento le sue fortune politiche facendo di ogni erba un fascio, aggiungendo alle preoccupazioni paure non giustificate". Così si è espresso Luigi Pedrazzini in occasione del settimo incontro informativo sull'integrazione degli stranieri che si è svolto nel pomeriggio a Bellinzona.
BELLINZONA - "Il Ticino intende continuare a promuovere la sua politica d'integrazione". È stato chiaro Luigi Pedrazzini, Direttore del Dipartimento delle istituzioni, che oggi pomeriggio ha preso la parola in occasione del settimo incontro informativo sull'integrazione degli stranieri che si è svolto a Bellinzona.
Pedrazzini ha espresso preoccupazione per gli atteggiamenti, manifesti e dichiarazioni che negli ultimi tempi hanno caratterizzato la vita politica cantonale, espressioni di sentimenti antistranieri "che, pur non travalicando i limiti del Codice Penale, meritano d’essere stigmatizzate e con forza condannate".

Non sono mancate critiche nei confronti dei partiti che sfruttano il tema degli stranieri per portare avanti la propria campagna elettorale: "M’interrogo spesso su quale sia la risposta più corretta alle intemperanze di movimenti e partiti che cercano di rendersi visibili e di conquistare voti, incentrando la loro campagna elettorale, i loro slogan, i loro obiettivi sulla questione 'stranieri'".

Pedrazzini ha rivolto il suo discorso a coloro che si sentono preoccupati che l'eccessiva presenza degli stranieri in Svizzera metta in pericolo la nostra sicurezza. "Preoccuparsi non è un sentimento indegno" ha detto il Direttore del Dipartimento delle istituzioni "indegno è semmai il comportamento di chi costruisce su questo sentimento le sue fortune politiche facendo di ogni erba un fascio, aggiungendo alle preoccupazioni paure non giustificate, travisando i termini del problema per addebitare a tutte le comunità straniere situazioni che non sono originate dagli stranieri oppure che sono riconducibili a un’infima minoranza di loro".

Nel suo discorso Pedrazzini ha ribadito che non c'è alcun rapporto tra stranieri e aumento della disoccupazione ("le fortune economiche della Svizzera e del Ticino sono state largamente favorite dalla presenza di manodopera straniera").
Stranieri e delinquenza
Altro errore - ha sottolineato Luigi Pedrazzini - è considerare la delinquenza come un fenomeno tipico degli stranieri: "Ci sono, e non vanno nascosti, dati statistici problematici sul tasso di delinquenza da parte di persone straniere. Tuttavia interessa una minoranza di stranieri, non è determinata dall’origine delle persone, ma principalmente dalla precarietà della loro presenza nel nostro Paese, dallo sradicamento che spesso vivono i giovani, dalla mancanza di una corretta integrazione e responsabilizzazione".
E per liberare il campo da equivoci ha aggiunto: "Intendiamoci, quando le condizioni sono date, l’Autorità deve procedere e procede senza indugio all’allontanamento degli stranieri che hanno commesso reati nel nostro Paese".
Stranieri e integrazione
Per il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, lo Stato deve andare all'origine del problema, e solo così può trovare la soluzione che per Pedrazzini è racchiusa nella parola "integrazione", un concetto che non passa soltanto attraverso la conoscenza della lingua e la disponibilità di un lavoro. "L’integrazione - ha spiegato - è conoscenza di cultura e creazione di senso di responsabilità nei confronti della società e dello Stato; in questo ambito va riconosciuto senza falsi pudori, che vi sono stranieri che vengono nel nostro Paese con un atteggiamento mentale di diffidenza, quando non addirittura di sfiducia verso l’Autorità oppure con un minore senso di responsabilità verso la rete sociale che abbiamo faticosamente costruito nel corso dei decenni. Integrazione è anche la possibilità, per gli stranieri, di vivere – entro i limiti posti dal nostro ordinamento giuridico – la loro identità culturale, sociale e religiosa".


Mi sembra che anche Pedrazzini stia facendo politica e promuovendo sé stesso, nel suo discorso.
Può darsi sia vero il fatto che alcuni (e dico alcuni) usino la questione "stranieri" per fare politica, ma questo è solo questione di gioia per chi, come lui, usa a sua volta quel politico per fare la propria propaganda "contro chi è contro gli stranieri".
Insomma è tutta una vergognosa e patetica ruota.
A me sembra che molti parlino, parlino... e, in fin dei conti, non concludano mai niente.
Con le lettere siamo bravi in molti, ma con i fatti mi sembra si stia scarseggiando un po' troppo.
Invece di farvi la guerra a vicenda, condannandovi l'un l'altro, pensate a come sistemare le cose... che ne abbiamo bisogno!

Qui non si tratta dei manifesti o degli atteggiamenti. La gente ne ha piene le scatole di suo, senza pensare con la testa degli altri (leggasi: candidati alle Federali). E non siamo "preoccupati", ma "spazientiti" ed "increduli".
Non si conquistano voti parlando di stranieri – come, invece, asserisce Pedrazzini -, ma dimostrando di avere "le palle" per cambiare (e migliorare) le cose! Noi, poveri cittadini, vogliamo una Svizzera concreta, protetta, sicura, ordinata e che mantenga le promesse.

Non parliamo di "minoranza di stranieri" che commette un crimine. Chiunque può sfogliare il Foglio Ufficiale (in uscita il martedì ed il venerdì), sotto la rubrica "Atti ed Avvisi giudiziari"... e vedrà che, guarda caso, la maggioranza dei "citati" è straniera... Signor Pedrazzini: secondo lei hanno "taroccato" il FU?

E poi veniamo al rapporto disoccupazione-stranieri. Pedrazzini dice che non vi è alcun legame tra l'aumento di disoccupazione e il flusso degli stranieri. Facciamo finta di crederci. In tutti i casi rimane il fatto che "grazie" agli stranieri è diminuito drasticamente lo stipendio medio. Questo non lo si può negare.

Gli stranieri non hanno sfiducia o diffidenza nei confronti delle nostre Autorità, ma "strafottismo" (detto in semi-dialetto). L'Autorità non è nessuno, nessuno li comanda, nessuno può ordinargli qualcosa, nessuno li può mettere in riga e nessuno gli può imporre leggi. Questa è la verità... Lo hanno dimostrato in moltissimi, l'ho anche vissuto personalmente... Dunque... Che non mi si vengano a raccontare stupidaggini e a fare discorsi moralisti... Mi ripeto: qui tutti parlano, parlano... ma nessuno si mette nei panni della "gente comune".

È proprio vero: il miglior politico è il cittadino...

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